Arrivano i chupacabras...!

(di G. Stilo)

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L'isola di Portorico ha un'estensione tutto sommato modesta. Il suo territorio è infatti pari a 8.900 km quadrati, un po' più grande dell'Umbria. Con i suoi quasi 3, 7 milioni di abitanti, in gran parte di origine ispanica, Portorico è sempre stata dominata dalle tensioni con la madrepatria, gli Stati Uniti.

Portorico è costantemente al centro di grandi ondate di supposti episodi ufologici. Nel corso del 1995, però, una serie di fatti preoccupanti ha suscitato clamore tra i mass-media e le autorità locali, ed ha attirato l'attenzione degli ufologi.

Dalla fine del '94, infatti, e con una forte intensificazione dal novembre '95, animali di tutti i tipi (capre, pecore, cani, gatti, anatre, galline, conigli) vengono ritrovati uccisi da un «qualcosa» che li priva del sangue attraverso un foro nettissimo, praticato sul corpo. In casi più rari le bestie sono state mutilate. Già nel marzo scorso, secondo stime prudenti, le uccisioni ammontavano a diverse centinaia.

La stampa, subito impadronitasi dell'affare, ha denominato chupacabras («succhiacapre») i responsabili della strage. Uno degli ufologi maggiormente implicati nelle indagini è Jorge Martin, ricercatore con esperienza ventennale e direttore della rivista specializzata «Evidencia OVNI»,anche se le analisi impegnano anche gli studiosi Scott Corrales e Manuel Figueroa.

Martin ha così descritto le ferite mortali inferte agli animali:
«esse si presentano come un foro di circa 1 cm di diametro, dai bordi assolutamente netti, disposti generalmente a triangolo, che penetrano profondamente nel collo o nella mascella inferiore delle vittime». Un veterinario, il dr. Carlos Soto, che ha esaminato le bestie, ha rilevato che in parecchi casi una delle perforaàoni attraversa la mascella inferiore e sale fino al cervelletto, causando così la morte istantanea. D'altro canto, intorno al foro manca ogni traccia di un'eventuale mascella serrata al collo delle vittime. Altre volte i fori - che si spingono fino a 7-8 cm di profondità - colpiscono gli animali allo stomaco, giungendo a spappolare il fegato. Manca la rigidità cadaverica e, nei pochi casi in cui ne rimane, il sangue non coagula anche per parecchi giorni.

Le autorità hanno cercato di rassicurare la popolazione: Hector Garcia, direttore della divisione dei servizi veterinari e agricoli di Portorico ha parlato della possibilità che i fori sul collo delle vittime siano dovuti a denti di grossi cani; il veterinario Angel Luis Santana, di San Juan (la capitale ), ha ipotizzato trattarsi di mutilazioni operate da una setta religiosa.

Un panorama, insomma, non molto dissimile da quello di un film dell'orrore. Come se ciò non bastasse, i dettagli più stupefacenti sono altri. Infatti gli «esseri» responsabili delle uccisioni sarebbero stati osservati da vicino più volte e da numerosi testimoni. Si tratterebbe, secondo chi li descrive, di una specie di piccoli dinosauri senza coda che si reggono su due «gambe». Jorge Martin afferma che gli identikit si somiglierebbero parecchio:
l'essere avrebbe testa ovale, mascella pronunciata e canini sporgenti, occhi rossi allungati e due piccole narici appena visibili. A volte, gli osservatori hanno notato piccole orecchie puntute e una peluria sul corpo che, alla luce del giorno, apparirebbe di color grigio-verdastro.

E non è finita. Il «mostro» sarebbe dotato di due code «braccia» terminanti con unghioni aguzzi e di due grosse gambe che gli consentirebbero di correre piuttosto in fretta e addirittura di saltare da alberi alti fino a 8 m. Le prime osservazioni si sono avute nella cittadina di Orcovis, poi nel centro di Canovanas (qui sono 150 gli animali uccisi), e in seguito si sono estese un po' a tuffa l'isola.

La signora Teide Carballo ha dichiarato al gomalista Manuel Figueroa, inviato del periodico spagnolo «Mas Allà» e alla tv USA Channel 4, che, nelle notti sul 9 e 10 marzo, una «creatura» ha attaccato i suoi animali, uccidendo, tra l'altro, 30 galline e due capre. Le bestie mostravano un'incisione sul collo o sul fianco ed erano del tutto prive di sangue. La Carballo ha anche visto il presunto responsabile dei massacri: un essere che si muoveva su due gambe e che le ricordava uno scimmione e i suoi goffi movimenti.

Un coraggioso cagnolino di nome Suki, un incrocio tra un bassotto e una razza locale chiamata sato, avrebbe tenuto testa ad un chupacabras con i suoi latrati, evitando di essere ridotto a mal partito.

Il fatto è avvenuto presso la località di El Yunque, nella foresta tropicale, vicino alla città di Juncos, nell'est del paese, uno dei punti più caldi della questione, come vedremo più avanti.
Una sera, la padrona di Suki, la casalinga Maria de Gomez, fu messa in allarme dall'abbaiare di Suki. Uscita all'aperto, incredula scorse una creatura di color grigio-cenere, del peso di circa 25 kg e alta un metro e venti, contro cui il cagnolino abbaiava furiosamente. «È la cosa più brutta che abbia mai visto - dichiarò poi la Gomez - tutto ciò che si frapponeva fra me e lei era la fragile porta che dà sulla cucina. Una mazza da baseball che mio marito tiene in casa nell'eventualità che si avvicini qualche malvivente era tutto quello che avrei potuto utilizzare per difendermi».
Ma a quel punto avvenne qualcosa difficile a credersi. Istintivamente la donna pensò: «Se tu sei il chupacabras, sei maledettamente brutto». Con lentezza, il «mostro» si sarebbe coperto la faccia con quella specie di braccia. Poi si sarebbe allontanato strisciando contro un muro e si sarebbe nascosto dietro un' installazione per lavaggio auto. In fretta, sarebbe risalito verso la ferrovia che sovrasta la proprietà della Gomez, scomparendo nel buio. Un altro dettaglio curioso é che la teste ha riferito che gli occhi della creatura erano in grado di illuminare il terreno circostante di una luce biancastra simile a quella di una lampadina. In seguito allo stupefacente incontro, inoltre, la sua capacità visiva sarebbe diminuita in maniera fignificafiva.

Anche nella vicina città di Gurabo si sarebbe verificato un fatto piuttosto grave. Jesus Sanchez, il testimone, così commenta la sua esperienza : «Sono ancora sotto l'effetto di quanto mi é successo. Non sono più lo stesso da quell' incontro».

Una sera, il misterioso predatore aveva ucciso i conigli di Sanchez, lasciando sui corpi caratteristici segni di punture. Poche notti dopo, l'essere si sarebbe ripresentato. Ma questa volta Sanchez era di guardia ed egli sarebbe riuscito a disorientarlo con una torcia. Poi, però, sarebbe stato inseguito dal chapacabras, cui avrebbe assistito, senza effetto alcuno, due possenti colpi di machete. Rabbrividendo al ricordo, Sanchez ha concluso: «il rumore era come quello di un colpo dato su un tamburo».

Naturalmente, di fronte a fatti di questo tipo, la pressione esercitata sulle autorità dagli abitanti delle località più colpite e dagli allevatori è stata forte. Il 9 novembre del '95, il presidente della commissione agricoltura della Camera dei Deputati di Portorico, Juan G. Lopez, ha chiesto al Parlamento l'apertura di un'inchiesta. L'ufologo Jorge Martin ha poi raccolto molte testimonianze relative ad oggetti volanti piramidali visti negli stessi luoghi in cui sono stati ritrovati i corpi di animali dissanguati in maniera misteriosa. Fra il gennaio e l'aprile del '96, a Portorico centinaia di animali sono rimasti vittime dei chupacabras. Ma anche sul fronte avversario si sarebbero registrate delle vittime. Cerchiamo di capire che cosa sarebbe successo, stando, alle informazioni finora pervenute.

Jorge Martin sostiene che almeno due creature sarebbero state catturate : la prima di esse, il 6 novembre 1995. Il fatto sarebbe avvenuto a Hato, nei pressi della cittadina di San Lorenzo.

Un giovane esemplare di chupacabras sarebbe sato tenuto per sei giorni rinchiuso in una gabbia da un uomo che poi avrebbe dovuto consegnarlo ad un gruppo in uniforme giunto su veicoli 4 x 4 di colore grigio.
Gli uomini avrebbero portato via la creatura in una scatola trasparente, fatta di un materiale simile al plexiglas. Secondo Martin, si sarebbe trattato di agenti del Dipartimento all'agricoltura portoricano e di un'agenzia federale statunitense non meglio identificata.

Il secondo essere sarebbe stato preso nella zona di El Yunque. Qui, ai primi di novembre del '95, uomini della Guardia Forestale avrebbero consegnato, dopo poche ore, il «mostro» a militari giunti dalla base navale statunitense di Roosevelt Roads, a Caiba, sulla costa dell'isola. Qui, il chupacabras sarebbe stato imbarcato a bordo di un aereo diretto verso gli USA.

E ancora: già il 3 ottobre, in un paesino fra Camporico e Canovanas, dopo la fuga di un chupacabras contro cui aveva aperto il fuoco un poliziotto, Martin e i suoi collaboratori avrebbero raccolto campioni di sangue che, inviati in un laboratorio professionale americano ed esaminati anche da specialisti in genetica, avrebbero dato i seguenti risultati:
1) il sangue sarebbe simile a quello umano del gruppo A;
2) l'analisi dei componenti avrebbe rivelato che esso proveniva da una ferita all'intestino ;
3) l'analisi genetica mostrerebbe caratteristiche diverse da quelle presenti nel sangue utnano e da quelle degli animali conosciuti.
Ad esempio, la proporzione fra albumina e globuline sarebbe assai più elevata che in quella di altre specie. E come se non bastasse...

Difficile per noi dire se si tratti del dilagare di una psicosi collettiva, o di altro. Sta di fatto che, ai primi del 1996, almeno cinque casi di uccisioni collettive di animali straordinariamente simili a quelle di Portorico si sono avute nella città di Miami, in Florida. Tracce di un essere dalle zampe larghe 7, 6 cm e lunghe 10, 3 sono state rilevate da un medico.

A marzo, fatti simili si sono avuti a Los Angeles (California), e in Costa Rica. Poi, sembra quasi che la situazione sia andata precipitando.

A partire da marzo, diverse segnalazioni (avvistamenti del presunto chupacabras e uccisioni di animali) si erano avute nella città messicana di Matamoros, nello stato orientale di Tamaulipas. Ai primi di maggio, forse non del tutto inattesa, si è avuta l'esplosione della vicenda.

Numerosi messicani si sono fatti avanti, pronti a giurare di aver visto con i propri occhi i «vampiri assassini» e, intorno al giorno 2, un contadino dello stato occidentale di Jalisco, ricoveratosi in ospedale per curarsi una ferita al collo, garantiva che quello era il segno del morso di un chupacabras! Il «mostro» che avrebbe attaccato l'uomo avrebbe avuto un grande muso nero e pelle vellutata, canini aguzzi, ali da pipistrello e l'aspetto di quelli che in seguito gli studiosi statunitensi hanno popolarizzato come i supposti «alieni» responsabili dei rapimenti UFO...

Dopo i fatti, lo stato messicano di Sinaloa ha organizzato una commissione di zoologi per analizzare lo svolgersi degli avvenimenti. Alcuni fra gli studiosi del gruppo ipotizzano che i chupacabras siano animali comuni (cani randagi, pipistrelli, puma), il cui comportamento sarebbe stato bruscamente modificato da agenti inquinanti. Invece, Ernesto Ekerlin, biologo dell'Università di Monterrey, è più scettico, e parla degli effetti di una psicosi collettiva diffusasi su scala internazionale.

Comunque sia, si tratta di un fenomeno clamoroso, i cui sviluppi si annunciano appassionanti. Staremo a vedere...

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(Fonte: Il Giornale dei Misteri n. 298 - Corrado Tedeschi Editore)

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