Il cover up italiano

(di A. Lissoni)

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A confronto con il cover up americano, quello italiano fa ridere, in quanto si limita ad un burocratico segreto d'ufficio, lo stesso di qualsiasi ente pubblico o privato, ove svogliati ufficiali si catalogano in qualche modo la documentazione per poi spedirla, con tutta probabilita', in America.
> Essendo infatti l'Italia un paese della Nato e' lecito pensare che, dopo la creazione della rete informativa mondiale voluta dalla CIA nel '77 , il nostro materiale finisca oltre oceano.

L'interesse del governo italiano sulla questione era stato smosso nel '50 da un'interrogazione del senatore socialdemocratico Piemonte al sottosegretario alla Difesa Vaccaro. Era l'8 luglio 1950 e di UFO si sapeva ancora poco. E quasi nulla sapeva Vaccaro, che rispose che "gli osservatori meteo dell'Aeronautica non avevano mai segnalato alcun fenomeno".
Cio' nonostante, 3 anni dopo l'ambiente militare manifestava il propro interesse con una serie di articoli pubblicati dalla prestigiosa "Rivista Aeronautica". Non diversamente si sarebbero comportati alcuni uomini politici, pur agendo privatamente. Fu il caso di Giovanni Gronchi, presidente del Consiglio Supremo della Difesa, che spinse per la creazione di un'apposita commissione d'inchiesta, che riferiva direttamente al presidente, ideata per interrogare il console Alberto Perego.
Quest'uomo originalissimo, molto fideista in materia d'UFO, girando per il mondo in missione diplomatica aveva collezionato centinaia di articoli di giornale e si era convinto, forse un po' troppo frettolosamente e acriticamente, che i dischi volanti controllassero tutta la nostra vita politica (la lingua batte dove il dente duole). Perego, in particolare, riteneva che gli UFO, che egli definiva "aviazione elettromagnetica", sorvegliassero da vicino tutta la nostra vita pubblica (la politica internazionale, la corsa agli armamenti, i test bellici) e che intervenissero, di volta in volta, nei momenti di crisi "per suggerire alle grandi potenze un monito antiatomico", ovvero la cessazione della guerra fredda.

Cosi' se nel '47 i dischi avevano sorvolato i Mount Rainier, questo poteva significare che era in corso una massiccia ondata aliena con il preciso scopo di inibire le nostre armi, dopo la catastrofe di Hiroshima e Nagasaki.

"Secondo Perego i dischi impediscono la guerra", titolavano i giornali sudamericani. Per queste idee fantasiose Perego venne ribattezzato "el console loco", il console pazzo.

Ma se oggidi' queste teorie sono risibili, per l'epoca Perego fu un pioniere ed un precursore che cerco' di organizzare i dati in base ad un filo logico, tentando di trovare una risposta all'enigma UFO. Risposta che dovette piacere all'allora ministro delle Finanze Giulio Andreotti, che scrisse una lettera di approvazione al console. Anche il senatore Angelo Cerica della Difesa ed il ministro degli Esteri Martino espressero pareri favorevoli ai libri che Perego pubblico' a sue spese, dopo aver fondato il gruppo di ricerca CISAER. Dilapidando tutti i suoi risparmi.
Questo dimostra che pubblicamente un minimo d'interesse per l'argomento c'era. Pure , in una lettera del 16 maggio 1955 il generale Nato Gruenther di stanza a Parigi rivelava che, all'interno della sua organizzazione, il problema UFO non cadeva nel campo delle sue responsabilita'. Anche l'Italia, Paese membro, condivideva questo distacco apparente. Solo nel 1962 il capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, per rispondere ad un quesito del presidente Gronchi, commissionera' un'inchiesta dopo l'uscita di decine di reportages su riviste italiane a grandissima diffusione, quali "La Domenica del Corriere" e "Settimana Incom".

Il responso fu negativo. Buona parte delle storie pubblicate sulla stampa erano inconsistenti. Cio' nonostante, negli anni '60 un notissimo uomo politico democristiano era stato testimone del passaggio di un disco metallico proprio sopra la sua vettura, all'altezza di Castel Porziano. Vista la caratura del politico, il cui nome non ci e' dato di rivelare, furono allertati i servizi segreti.

Pure, non risulta che il problema UFO sia stato studiato a fondo sino al 1978. O comunque non con lo stesso scrupolo degli americani.

In una lettera del 14 maggio 1965 il colonnello John Spaulding dell'USAF dichiarava che l'argomento, in Italia, veniva seguito dall'Aeronautica, con il Servizio Informazione Operativo e Situazione (SIOS), con l'aiuto dei carabinieri. L'Aeronautica era interessata al fenomeno solo nell'ambito delle normali attivita' di controllo di violazioni dello spazio aereo. Burocrazia, dunque, e niente di piu'?
Ma, nel 1967, un nuovo capitolo si sarebbe scritto nella storia dell'ufologia nostrana. In quell'anno il Centro Unico Nazionale (poi Centro Ufologico Nazionale), nato informalmente due anni prima e consolidatosi legalmente nel '67, tenne a Riccione il Primo Congresso Nazionale di Ufologia, ottenendo un successo strepitoso e l'attenzione delle autorita' per la serieta' dimostrata. Questo avrebbe aperto nuove porte.

Cosi', il 27 maggio 1972, il CUN teneva una conferenza presso il Comando della Terza Brigata Missili di Portogruaro, di fronte a decine di ufficiali della Nato. Mai si era sentito prima che un ente privato giungesse a dare indicazioni a dei militari.

Nel '77 il Centro organizzava un secondo congresso, a Toscolano Maderno. Ove veniva presentata la prima analisi computerizzata dei circa 400 avvistamenti segnalati nel 1954. Sempre in quell'anno la Difesa invio' al CUN un dossier di avvistamenti militari, declassificato ma comunque utilizzabile "per soli scopi di studio". In altre parole, non divulgabile.

Un anno dopo altri dossier sarebbero stati inviati al CUN e a tutti quegli enti privati che, in regime di democrazia, ne avessero fatto richiesta. Questa fu forse una mossa azzardata, da parte dei militari, visto che molti privati non rispettarono il riserbo e cominciarono a divulgare il materiale grossolanamente, in maniera gonfiata e scandalistica. Risultato: il Ministero si irrigidi' e chiuse il rubinetto.

Il '78, tra l'altro, stava mettendo in diffivolta' il Governo, che si vedeva incapace di fronteggiare un fenomeno che, come ad esempio in Adriatico, stava mostrando una faccia minacciosa . E che si stava manifestando a livello planetario senza lasciar intendere le sue vere intenzioni. Cosi', solo nel nostro Paese, si registrarono non meno di 600 differenti segnalazioni, alcune ad opera di cattedratici e militari. Nel frattempo, i media si erano impadroniti dell'argomento e lo stavano mercificando: da una parte arrivava l'invasione giapponese dei perfidi alieni nei cartoni di "Atlas UFO Robot" con tutto un seguito di oggetti commerciali, dall'altra Spielberg inneggiava ai "fratelli dello spazio" con il suo "Incontri ravvicinati del Terzo Tipo", che tanto avrebbe colpito i contattisti.

Dinnanzi ad un'opinione pubblica sovreccitata ed in cerca di risposte sicure, il Ministero della Difesa si trovo' smarrito. E si servi' del consueto ed affidabile revisionismo dei soliti quattro cattedratici di grido.
Il 29 gennaio 1979 il deputato socialista Falco Accame si rivolgeva al presidente del Consiglio per conoscere le intenzioni del Governo. La risposta del ministro della Difesa Ruffini fu vaga e fumosa: nessun fenomeno anomalo era stato registrato!

Questa era una bugia alla Pinocchio. Il naso lungo del ministro fu evidente. Accame si rivolse allora ad un interlocutore piu' disponibile, Giulio Andreotti. Mentre la presidenza del Consiglio sollecitava nuove indagini dell'Aeronautica, il CUN si dichiarava disponibile alla collaborazione. E pubblicava a proprie spese sulla sua rivista "Notiziario UFO" (ora in edicola), diffusa in 20.000 copie, il primo dossier militare ricevuto dal Ministero, impedendo cosi' qualsiasi scoop scandalistico da parte dei giornali.

Il 15 gennaio 1979 un responsabile del CUN, il sociologo Roberto Pinotti, fu convocato al Ministero della Difesa, ove gli fu detto che il Governo intendeva affidare le ricerche sugli UFO al CNR. Scelta infelice, poiche' quest'ultimo ente evito' di farsi coinvolgere in un problema cosi' delicato e rigiro' la patata bollente ai militari.

E intanto il tempo passava. Il 9 settembre 1980 i politici si muovevano nuovamente; questa volta erano i missini Baghino e Parlato che chiedevan delucidazioni. Risposta del ministro Balzamo: "Lo Stato Maggiore dell'Aeronautica ha il compito di raccogliere e coordinare, con la collaborazione degli altri Stati Maggiori di Forza Armata, i dati inerenti agli avvistamenti di UFO. Presso l'ispettorato telecomunicazioni e assistenza al volo (ITAV) e' operante una commissione per l'analisi tecnico-scientifica dei casi di comprovata attendibilita'. Fanno parte di tale commissione organi del servizio del traffico aereo, della difesa aerea e meteo..."

Ancora una volta si scopriva il segreto di Pulcinella. Si ammetteva che gli UFO venissero studiati, ma non si forniva nessun dato preciso circa i risultati di questi studi.

Il 10 luglio 1984 4 deputati di diversi partiti, Abete, Fiori, Scaiola e Scovacricchi, rivolgevano ben 2 interrogazioni al Governo, dopo che c'eran stati "positivi sviluppi anche all'estero: in USA 62 astronomi professionisti hanno confermato dirette osservazioni; in Cina si e' costituito un ente ufficiale per lo studio del fenomeno; in Francia la Commissione governativa ufologica del CNES GEPAN ha confermato scientificamente un atterraggio in Provenza..." e via dicendo.

Dopo soli 10 giorni rispondeva Spadolini, ribadendo il solito tran tran: esisteva gia' una commissione, si stava studiando il fenomeno. In piu', dato interessante, non si volevano gli ufologi tra i piedi. "Il Ministero non ravvede la possibilita' di aprire ad enti privati civili".
Perche'?

Ancora una volta si sarebbe arrivati ad un punto morto. Ed il tempo passava.
Poi, fra scandali, tangenti, massoneria, terrorismo, crisi varie, il Governo avrebbe avuto la testa altrove. Occorrera' aspettare l'aprile del '93 per trovare radunati nello stato sovrano di S.Marino ufologi provenienti dalle varie parti del mondo, intenzionati a premere sulle alte sfere, questa volta della CEE, per la creazione di una commissione europea. Tentativo naturalmente sabotato all'estero.
Ancora una volta, nulla di fatto in Italia. Il successivo convegno sammarinese, maggio 1994, mettera' in luce la politica di cover up, confermata da ricercatori arrivati da varie nazioni documenti alla mano, da parte della CIA, del KGB, della STASI.

Titoloni sui giornali, grande afflusso di pubblico, molto interesse negli ambienti scientifici ed il proposito della creazione di una banca dati nella Repubblica del Titano, ma , dal Governo,ancora silenzio.

Quanto dovremo ancora aspettare? Ma gia', nell'Italia tangentista il silenzio...e' d'oro.

(Fonte: Gli UFO e la CIA di A. Lissoni)

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