FONTE DELLA GIOVINEZZA

Seconda opportunità. C'era qualcosa, nel REGNO DI PRETE GIANNI, che valeva più di tutte le sue ricchezze messe insieme: la Fonte della Gio­vinezza, le cui acque ridonavano gioventù e vigore. La fonte era a di­sposi­zione di tutti, e lo stesso Prete Gianni vi si sarebbe immerso più volte rag­giungendo la rispetta­bile età di cinquecentosessantadue anni. Sir John Maundeville, autore nel XIV secolo di un popolare resoconto dei suoi in­credibili viaggi (mai compiuti), la “scoprì” in Asia e vi si tuffò entusiastica­mente. In effetti la leggendaria sorgente è citata anche in numerose leg­gende cinesi. Dovrebbe trovarsi in Cina, presso le montagne K'un Lun nella misteriosa isola di Ying Chou, oppure da qualche parte in Corea: in una fiaba popolare di quel paese essa viene scoperta causualmente da due poveri contadini, che bevono un sorso della sua acqua e ritornano imme­diatamente giovani. Venuto a conoscenza dell'accaduto, un prepotente si­gnorotto costringe i due a rivelare l'ubicazione della fonte; ma è tale la sua avidità che esagera nel bere e ritorna bambino. Il finale è indicativo della filosofia di molte religioni orientali, che non precludono una "seconda op­portu­nità": il piccolo viene adottato dai contadini, cresce insieme a loro, e - questa volta - diventa un uomo saggio e stimato.

Il sogno di un Leone. Il primo esploratore che si occupò della fonte nella realtà fu Don Juan Ponce De Leon, il quale però non andò a cercarla in Asia, bensì nel Nuovo Mondo appena scoperto. Ponce De Leon era stato accanto a Cristoforo Colombo nel 1493, e aveva raggiunto con lui l'isola di Hispaniola, l'attuale Haiti. Qui era venuto a sapere dagli indiani che in un'isola chiamata Bimini (nelle attuali Bahamas) si trovava una fontana mira­colosa in grado di ridonare la gio­ventù.
A dir la verità la sua collocazione non era troppo sicura: a seconda della tribù si trovava a Bi­mini, ad Haiti, a Cuba, sulla costa settentrionale del Sud America, in Florida; comunque Ponce De Leon partì fiducioso alla sua ri­cerca. Tra il 1512 e 1513 si spostò da Portorico alla costa est della Florida, la circumnavigò quasi completamente, si spinse a sud e raggiunse Cuba, quindi a est verso le Bahamas per poi tornare, sconfitto ma non domo, a Portorico.
Ci ritentò nel 1521, ma, sulla costa della Florida, venne ferito da una tribù di indiani ostili. Quel colpo di freccia gli costò la vita: Ponce De Leon morì d'infezione a Cuba poche settimane dopo. Molti cronisti dell'epoca (tra cui Oviedo e Fontaneda) presentarono Ponce De Leon con il sarcasmo ri­ser­vato agli ingenui. In realtà questo coraggioso esploratore, anche se non trovò la Fonte della Giovi­nezza, scoprì il Canale di Bahama (passaggio ob­bligato tra Cuba e la Spagna per i futuri navigatori) e diede un notevole con­tributo alla conoscenza delle tribù indigene. Sulla sua tomba a Portorico c'è scritto :
“ Qui giacciono le ossa di un leone (“Leon”) le cui gesta furono più grandi del suo nome".