UFO e Faraoni : Il papiro Tulli

( di Solas Boncompagni)

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Il «Papiro Tulli» é l'oggetto di una complessa vicenda, che si é protratta per anni e che ha interessato studiosi di tutto il mondo.
La storia riguarda un papiro egizio che, nel 1934, fu individuato nel negozio di un antiquario, dal professor Alberto Tulli (allora direttore del Pontificio Museo Egizio Vaticano), durante un suo viaggio di studio, in Egitto, effettuato con il fratello Monsignor Augusto Tulli.

Il papiro, nonostante l'interesse che aveva destato nel professore, non poté essere acquistato a causa del prezzo esorbitante che ne veniva richiesto. Tuttavia il professor Tulli, particolarmente incuriosito dall'argomento che in esso veniva trattato, ottenne di poterne copiare il testo, testo che fu poi trascritto da ieratico in geroglifico con la collaborazione dell'Abate E. Drioton, direttore del Museo del Cairo.

Il testo del papiro riportava la storia di una prodigiosa vicenda, cioè di una serie di strani avvistamenti di misteriosi oggetti nel cielo, cui avrebbero assistito il Faraone Thuthmosis llI (1504- l450, circa a. C.) e molti dei suoi sudditi.

Una strana caratteristica del papiro era la presenza di alcune cancellature in punti chiavi del testo che rendevano nebuloso il significato del contenuto. Tali cancellature, che non erano state eseguite dal Tulli nella sua copia, ma che erano presenti nel documento originale, non apparivano casuali, ma volutamente effettuate, quasi vi fosse stata la volontà di sopprimere i dati più significativi del testo allo scopo di evitare che l'episodio fosse comprensibile e preciso.

Il professor Solas Boncompagni, studioso di clipeologia, venne a conoscenza, nel 1963, dell'esistenza di questo papiro, la cui traduzione era comparsa per la prima volta, nel 1956, sulle pagine della rivista ufologica inglese «Flying Saucers Uncensored», diretta da H.T. Wilkins e, poco dopo, sulla rivista «The Doubt», pubblicazione sempre inglese, diretta da Tiffany Thayer.

Boncompagni ritenne opportuno comunicare con una lettera tale notizia a «Settimana Incom», settimanale che si stampava in Italia in quel periodo e che dedicava largo spazio alle questioni di casistica ufologica. La lettera fu pubblicata e la divulgazione della notizia provocò, presso gli studiosi italiani di clipeologia., un rinnovato interesse.

Fu nel gennaio del 1964 che la rivista «Clypeus», fondata e diretta da Gianni Settimo, pubblicò, proprio nel suo primo numero, la traduzione in italiano del testo geroglifico.
La traduzione fu esposta integrandola con note esplicative che ne interpretavano il contenuto in chiave clipeologica e che tentavano di interpretare le lacune date dalle cancellature.

Fu questa la prima volta che venne pubblicato il contenuto del papiro in lingua italiana. Ecco come compariva, sulle colonne di «Clypeus» il misterioso testo che qui è stampato in neretto (tra parentesi i commenti) :

«... il ventiduesimo giorno del terzo mese d'inverno, alla sesta ora del giorno (non si può definire con precisione il mese e l'ora, poiché non conosciamo ancora con esattezza il calendario degli antichi egizi), gli Scribi, gli Archivisti e gli Annalisti della Casa della Vita si accorsero che un cerchio di fuoco (aveva dunque un alone il cerchio che si spostava?) (lacuna) ... (Nella interruzione doveva figurare la direzione nello spazio e forse altri importanti dettagli). Dalla bocca emetteva un soffio pestifero (bocca anteriore o posteriore? La definizione farebbe pensare alla parte anteriore; si potrebbe pensare ad un bolide. Il soffio invece dà l'idea della propulsione. Pestifero? Forse non è una esatta traduzione del papiro o lo storico l'ha usato impropriamente nel senso peggiorativo), ma non aveva «testa» («Testa» non corrisponde ad una esatta traduzione del geroglifico; si può dedurre anche dal fatto che la traduzione riporta il termine tra virgolette. Ma la testa è sede di comando, quindi non era visibile la cabina di comando che d'altra parte essi, anche figurando, non avrebbero allora potuto riconoscere), il suo corpo misurava una pertica per una pertica (era perciò circolare e misurava circa cinquanta metri) ed era silenzioso (avvalora tanto la tesi meteorica che quella clipeologica).

Ed i cuori degli Scribi, degli Archivisti tutti furono (da ciò) atterriti e confusi ed essi si gettarono nella polvere col ventre a terra .... (lacuna....) .... essi riferirono allora la cosa al Faraone. Sua Maestà ordinò di .... (lacuna) .... (probabilmente di ricercare se analoghi fatti fossero stati in precedenza registrati nei papiri della Casa della Vita) .... è stato esaminato .... (lacuna) .... ed egli stava meditando su ciò che era accaduto, che era registrato dai papiri della Casa della Vita (si noti come le lacune siano, nella traduzione del papiro, proprio nei tratti forse più interessanti e per noi posteri - diciamo - punti chiave per importanti deduzioni storiche ed anche scientifiche). Ora, dopo che fu trascorso qualche giorno, ecco che queste cose divennero sempre più numerose nei cieli d'Egitto (il termine «cosa» si è usato anche recentemente per indicare i Dischi Volanti, avendo il più delle volte forme varie ed indefinibili; è un termine quindi universalmente accettabile come definizione logica che l'uomo di ogni epoca abbia dato agli U.F.O.). ll loro splendore superava quello del sole (tale ed insolita doveva apparire la loro luminosità, specie notturna; è da tenere presente che, di giorno, poi, anteposti allo stesso sole, sono stati scambiati per il sole medesimo) ed essi andavano e venivano liberamente per i quattro angoli del cielo (lacuna) (è evidente che la lacuna poteva precisare importanti dati sulla direzione e sulla velocità degli UFO, ma già quel «per i quattro angoli» dice tutta la remota provenienza di quei corpi celesti, per i quali non esisteva limite d'orizzonte). Alta e sovrastante nel cielo era la stazione (chiarissima descrizione della nave-madre-astronave cosmica ) da cui andavano e venivano questi cerchi di fuoco (altra logica e chiara definizione dei ricognitori spaziali U.F.O.). L'esercito del Faraone la osservò a lungo con lo stesso Re (era quindi pressoché immobile). Ciò accadde dopo cena (visione notturna). Di poi questi cerchi di fuoco salirono più che mai alti nel cielo e si diressero verso il Sud (il complesso fenomeno ci richiama alla memoria casi ormai classici). Pesci ed uccelli caddero allora dal cielo (apporti abituali in tali manifestazioni).

Grande fenomeno che mai a memoria d'uomo fu in questa terra osservato .... (lacuna) .... (la interruzione non esclude un fuorché ...., con importanti citazioni anteriori a quella data e di eccezionale importanza storica) .... ed il Faraone fece portare dell'incenso per rimettersi in pace con la Terra (s'intenda per Terra l'altare sacro al dio Sole egiziano, Amon-Ra, tenendo presente che gli Egiziani reputavano queste manifestazioni energetiche una emanazione voluta da quello stesso dio, quale segno d'ira verso gli uomini) .... (Segue ancora una lacuna in cui non è improbabile che si precisasse qualcosa che poneva in stretto legame la remota origine del culto solare con tali avvistamenti) .... e quanto accadde il Faraone diede ordine di scriverlo e di conservarlo negli Annali della Casa della Vita, affinché fosse ricordato per sempre dai posteri....».

Boncompagni in quel periodo si dedicava anche allo studio degli scritti sacri degli antichi Egiziani e ben presto pote' constatare che in una scena tratta dal Libro dei Morti, nella riproduzione del Papiro di Torino, si poteva molto chiaramente osservare tre corpi volanti in cielo, discoidali ed in fila indiana: La scena presenta poi, sottostante al fenomeno, una imbarcazione con offerte: e si sa che la barca simbolicamente significa avventura, esplorazione. Inoltre il tutto fa parte del capitolo CX, la cui traduzione in lingua italiana si conclude con la seguente frase:

«Io approdo al momento (giusto) sulla Terra, all'epoca stabilita, secondo tutti gli scritti della Terra, da quando la Terra e' esistita e secondo quanto ordinato da... (lacuna)... venerabile. »

(Fonte : Il Giornale dei Misteri n. 214 e I Misteri n. 9.

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Immagini disponibili:

- La scena tratta dal papiro di Torino raffigurante i tre corpi volanti, di forma discoidale, al di sopra di una imbarcazione egiziana contenuta nel Libro dei Morti. ( - 42Kb -) .

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