PRIGIONIERI DALLO SPAZIO
Cinque corpi dallo spazio. La vicenda iniziò nel 1948, un anno dopo il primo,
famoso avvistamento UFO di Kenneth Arnold. In una zona semidesertica del New
Mexico numerosi testimoni videro cadere dal cielo “una sfera metallica dal diametro
di trenta metri”. Immediatamente furono avvertite le autorità, mentre un gruppo
di soccorritori si diresse verso l’incidente. Approssimatisi al luogo
dell’impatto, gli intervenuti si accorsero con stupore che la zona era già
stata circondata dall’esercito; a nessuno veniva permesso di avvicinarsi.
La notizia di quanto era accaduto cominciò a circolare, e si diffuse
la voce che nel misterioso oggetto era stato ritrovato “qualcosa”
prontamente sequestrato dai militari. Nel 1950 Robert Sarbacher, stimato medico
americano ed esperto in sistemi di controllo di missili teleguidati, dichiarò
di essere venuto a conoscenza “di un segreto più gelosamente
custodito della stessa Bomba H”, e cioè che il governo degli
Stati Uniti era in possesso dei resti di una nave extraterrestre e del suo
equipaggio. Si fecero molte illazioni e sui giornali cominciò ad apparire
una foto di provenienza sconosciuta, divenuta famosa, che rappresenta due
individui in trench e occhiali scuri con il corpo di un piccolo alieno; sulla
vicenda, tuttavia, cadde una barriera di silenzio. Solo quarantaquattro anni
dopo, in occasione del Congresso Mondiale sugli UFO (Berlino, 1992), Virgil Armstrong, capitano dell’aeronautica
a suo dire coinvolto nell’operazione, si decise a rivelare quant’era
successo: nell’astronave erano stati trovati i cadaveri di cinque extraterrestri,
che erano stati congelati e portati in una base segreta del Nevada.
Si chiama Abe. Di per sè, il racconto è già piuttosto inquietante, ma,
secondo le rivelazioni di “Falcon” e “Condor” - due altri personaggi coinvolti
nell’operazione che hanno preferito mantenere l’anonimato - le cose non sono
andate esattamente come ha descrito Armstrong. Uno dei componenti
dell’equipaggio alieno era sopravvissuto, ed era stato catturato mentre vagava
nel deserto. Per quattro anni l’alieno, che si chiamava Abe, era stato tenuto
prigioniero nella famosa base del Nevada, e in quel periodo aveva rivelato,
“particolari interessantissimi” sulle tecnologie della sua astronave.
“Falcon” e “Condor” non sono a conoscenza di cosa sia accaduto ad Abe dopo i
fatidici quattro anni. Sanno invece che, nel 1982, è iniziato un “programma di
scambio”, e altri due alieni sono giunti sulla Terra. Uno di essi sarebbe
ancora qui, ospite del Governo Americano; è esile, con grandi occhi, privo di
denti e con organi interni estremamente semplificati. Il suo cervello è più
complesso del nostro (ha un quoziente intellettivo superiore a duecento),
possiede un udito sensibilissimo e apprezza la musica (“soprattutto quella
antica tibetana”). Gli alieni credono in un Dio che si identifica con il Cosmo
e vivono per circa quattrocento dei nostri anni, forse perchè si nutrono solo
di vegetali con una netta predilizione per le fragole.
Non piange nè ride. La sera del 14 Luglio 1943, gli abitanti di
Sosnovka, un paese a est del lago di Ara nel Khirghizstan, furono scossi
d'improvviso da uno spettacolo straordinario e terrificante. Il cielo si tinse
di rosso, e, simultaneamente, si verificò una serie di violente esplosioni. I
militari che si recarono sul posto rinvennero una capsula metallica di forma
ovale, all'interno della quale si trovava un neonato di sesso maschile in
posizione di riposo. Il colonnello D. Aymatov, che dirigeva le informazioni, prese
contatto con l'Ufficio Governativo e un gruppo di medici dell'Istituto per le
Ricerche di Frunze.
Il piccolo extraterrestre fu preso in cura dal dottor Mikhail Ibragimov, il
quale ebbe a dichiarere che il bambino era "simile ai nostri, eccezion
fatta per la membrana tra le dita delle mani e dei piedi. I suoi occhi sono di
uno strano color porpora, e a parte il cuore leggermente grande per il suo
corpo, tutti gli altri organi sono uguali a quelli di un essere umano. Mangia
regolarmente, non piange nè ride, dorme con gli occhi aperti e le sue altre
reazioni sono del tutto simili a quelle dei neonati terrrestri". Il
bambino venuto da un altro pianeta fu battezzato Kosmik. Se fosse stato il
protagonista di un fumetto sarebbe divenuto una sorta di Superman sovietico, e
invece,malinconicamente, nonostante il prodigarsi dell'èquipe medica di Frunze,
morì dopo tre mesi dal suo arrivo sulla Terra.
Cooperazione con altre tribù. Come i colleghi statunitensi, gli ufologi
sovietici sono "al corrente" di molte storie secondo le quali esseri
provenienti dal cosmo, dopo essere atterrati sulla Terra, sarebbero stati segregati
dai servizi segreti (in questo caso il KGB) avidi di informazioni esclusive
sulle loro evolutissime civiltà. L'episodio di "Kosmik" è solo il più
famoso di una vasta serie di "incontri ravvicinati" avvenuti nell'est
europeo: oltre che del famoso incontro di Voronezh, nel 1990 i media si sono
abbondantemente occupati di Kiki, un invisibile "E.T." divenuto
inseparabile amico della piccola Daniela Mitchev di Plovdiv (Bulgaria).
Parti della fantasia? Nel 1975, nella cerimonia dell'attribuzione del Premio
Nobel per la Fisica, Andrej Sacharov dichiarò: "Migliaia di anni fa le
tribù umane sentirono il bisogno di stabilire basi di cooperazione con altre
tribù. L'umanità si trova ora di fronte a una prova analoga. Devono esistere
altre civiltà nello spazio infinito, fra le quali alcune sono sicuramente più
sagge ed evolute delle nostre di migliaia o milioni di anni".