ATLANTIDE
LE ORIGINI |
L'ATLANTIDE ESOTERICA |
Le origini
"Al di là di quello stretto di mare chiamato Le Colonne d'Ercole, si
trovava allora un'isola più grande della Libia e dell'Asia messe insieme, e da
essa si poteva passare ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di
fronte (...). In quell'isola chiamata Atlantide v' era un regno che
dominava non solo tutta l'isola, ma anche molte altre isole nonché alcune
regioni del continente al di là: il suo potere si spingeva, inoltre, al di qua
delle Colonne d'Ercole; includendo la Libia, l'Egitto e altre regioni
dell'Europa fino alla Tirrenia".
A parlare è Crizia, parente del filosofo Platone, il quale racconta che un
secolo prima, nel 590 a.C., il legislatore Solone si era fermato nella capitale
amministrativa dell' Egitto, Sais. Qui aveva cercato di impressionare i
Sacerdoti di Iside illustrando le antiche tradizioni greche, ma uno di loro
aveva sorriso, affermando che quello greco era un popolo fanciullo nei
confronti di un altro su cui gli Egizi possedevano molta documentazione
scritta. Secondo il sacerdote egiziano, una civiltà evoluta era esistita per
secoli su "un'isola più grande della Libia e dell Asia messe insieme"
l'isola era stata distrutta novemila anni prima da un immane cataclisma insieme
a tutti i suoi abitanti. Le parole di Crizia sono riportate nei
"Dialoghi" Timeo e Crizia, scritti da Platone attorno
al 340 a.C.. Ecco come il filosofo greco descrive l' isola, sempre per bocca
del sacerdote egiziano. "Dal mare, verso il mezzo dell'intera isola,
c'era una pianura; la più bella e la più fertile di tutte le pianure, e
rispetto al centro sorgeva una montagna non molto alta (...)."
La descrizione continua a lungo, inframmezzata da commenti sulla genealogia
degli abitanti di Atlantide: ne emerge l'identikit di un territorio
rettangolare di 540 x 360 chilometri, circondato su tre lati da montagne che lo
proteggono dai venti freddi, e aperto a sud sul mare. La pianura è irrigata
artificialmente da un complesso sistema di canali perpendicolari tra loro, che
la dividono in seicento quadrati di terra chiamati klerossu in cui
si trovano floridi insediamenti agricoli. La città principale, Atlantide, sorge
sulla costa meridionale; è circondata da una cerchia di mura la cui
circonferenza misura settantun chilometri; la città vera e propria, protetta da
altre cerchie d'acqua e di terra, ha un diametro di circa cinque chilometri.
In altre parole Atlantide misura quasi otto volte la Sicilia; se non proprio un
continente, è pur sempre un'isola di grandezza non disprezzabile. Crizia
descrive la fertilità delle sue terre popolate, tra l'altro, da elefanti giacché
anche per quell' animale, il più grosso e il più vorace di tutti, c'era
abbondante pastura .
Il possente impero di Atlantide, che si estende sulle isole vicine, è diviso in
dieci stati confederati, ognuno dei quali è retto da un re; lo stato sovrano,
quello che comprende la città di Atlantide, è suddiviso a sua volta in
sessantamila distretti; ogni cinque o sei anni si svolge una sorta di pubblica
assemblea con la partecipazione del popolo che giudica l operato delle varie
amministrazioni.
Gli Atlantidei, non paghi di dominare sulle loro isole, hanno fondato colonie
nella terraferma di fronte (l'America?), in Egitto, in Libia e in Etruria. Ma
non sono riusciti a sconfiggere l'impero di Atene, fondato nel 9600 a.C. dalla
Dea Minerva e organizzato secondo gli stessi criteri che Platone aveva esposto
nella sua opera La Repubblica. Dopo molti anni di guerra, un grande
terremoto e un'inondazione devastano Atene, inghiottono il suo esercito e fanno
sprofondare anche Atlantide nelle acque dell'oceano. Una giusta punizione, in
quanto, con il trascorrere dei secoli, gli Atlantidei si sono corrotti:
"Quando l'elemento divino, mescolato con la natura mortale, si estinse
in loro, il carattere umano prevalse, allora degenerarono, e mentre a quelli
che erano in grado di vedere apparvero turpi, agli occhi di quelli che sono
inetti a scorgere qual genere di vita conferisca davvero la felicità, apparvero
bellissimi, gonfi come erano di avidità e potenza. E Zeus, il dio degli dei,
intuito che questa stirpe degenerava miserabilmente, volle impartir loro un
castigo affinché diventassero più saggi. Convocò gli dei tutti, e, convocatili,
disse..."
Cosa disse Giove, possiamo solo intuirlo: infatti con queste parole si conclude
il Crizia. Ma il vecchio sacerdote l'ha già spiegato in precedenza:
"Più tardi, avvenuti dei terremoti e dei cataclismi straordinari, tutta
la vostra stirpe guerriera (cioè gli Ateniesi) sprofondò sotto terra, e
similmente l'isola di Atlantide s'inabissò in mare e scomparve".
Di quanto ha raccontato, afferma Crizia, l'Egitto èl'unico paese che possiede
molta documentazione scritta, perchè, contrariamente alle terre vicine, non fu
coinvolto dalla catastrofe; e a questo proposito si scusa con i lettori per
aver imposto nomi greci ai sovrani di Atlantide. Nei loro annali, infatti, gli
Egiziani avevano tradotti i nomi nella propria lingua, secondo il costume
dell'epoca; successivamente Solone li aveva a sua volta reinterpretati in
greco, e così glieli aveva riferiti."Quando dunque udrete dei nomi
simili a quelli nostri, non meravigliatevene, giacché ne conoscete il
motivo" .
Da Platone a Colombo
Probabilmente il filosofo greco non immaginava che la sua breve narrazione (più
o meno una decina delle nostre pagine) avrebbe fatto scorrere più inchiostro
del suo intero corpus filosofico: circa venticinquemila opere dedicate a una
civiltà che, forse, non è neppure esistita. Caso più unico che raro (altri
antichi luoghi misteriosi, come il Triangolo delle Bermuda, sono stati scoperti
e discussi solo in tempi recentissimi), il problema dell'esistenza o meno di
Atlantide scatenò subito polemiche. A parte vari accenni a terre al di là delle
colonne d'Ercole (per esempio la Cymmeria citata da Omero nell'Odissea), e
l'accenno al popolo degli Atalanti, "che non mangiano alcun essere
animato" e "non sognano mai" nelle Storie
di Erodoto, il tema del Timeo e Crizia costituiva (almeno per
quanto ne sappiamo noi) un'assoluta novità. Aristotele, discepolo di Platone,
non diede molta importanza alla narrazione del suo Maestro, e questa
non-opinione ebbe un peso determinante nel Medio Evo cristiano. Aristotele,
infatti, era considerato un'autorità indiscussa, e ciò che lui aveva detto
("Ipse dixit"), e che non a caso concordava con la visione
geocentrica dell'universo sostenuta dalla Chiesa, non poteva essere contestato.
Per di più l'esistenza di un continente distrutto novemila anni prima non
coincideva con la data della creazione del mondo secondo la Genesi, calcolata
nel 3760 a.C.
Ma, nel 1492, Cristoforo Colombo scoprì che, al di là dell'Atlantico, esisteva
davvero una terra: e il filosofo inglese Francis Bacon suggerì che avrebbe
potuto trattarsi del continente descritto nel Crizia. Molte opinioni
cominciarono a modificarsi, tanto che nel XVI e XVII secolo Guillaume Postel,
John Dee, Sanson, Robert de Vangoudy e molti altri cartografi chiamarono le
Americhe con il nome di Atlantide.
Dopo la Conquista, si scoprì pure che un antica leggenda degli indigeni del
Messico, trascritta nel Codice Aubin , iniziava con queste parole: "Gli
Uexotzincas, i Xochimilacas, i Cuitlahuacas, i Matlatzincas, i Malincalas
abbandonarono Aztlan e vagarono senza meta". Aztlan era un'isola
dell'Atlantico, e le antiche tribù avevano dovuto lasciarla perché stava
sprofondando nell'oceano. Dall'isola i superstiti avevano preso il nome: si
facevano infatti chiamare Aztechi, ovvero "Abitanti di Aztlan". Per
la cronaca, in Messico questa teoria non è relegata nei volumi fantastici:
viene insegnata a scuola un po' come da noi la storia di Romolo e Remo; al
Museo di Antropologia di Città del Messico sono esposti molti antichi disegni
che descrivono la migrazione.
Il ritorno di
Atlantide
Qualcuno comincia a rilevare alcune analogie tra la civiltà
dell'antico Egitto e quelle dell'America Centrale: costruzioni piramidali,
imbalsamazione, anno diviso in 365 giorni, leggende, affinità linguistiche.
Atlantide sarebbe stata dunque una sorta di ponte naturale tra le due civiltà,
esteso, probabilmente, tra le Azzorre e le Bahamas.
Nel 1815, Joseph Smith, contadino quindicenne di Manchester, nella Contea di
Ontario a New York, ebbe un primo incontro con un angelo di nome Moroni che gli
promise rivelazioni straordinarie. Molti anni dopo l'angelo gli mostrò il
nascondiglio di alcune preziose tavole scritte in una lingua sconosciuta, che
Smith, illuminato dall'ispirazione divina, si mise diligentemente a tradurre.
Nel 1830 uscì Il libro di Mormon, vera e propria bibbia della setta dei
Mormoni, che descrive una distruzione con caratteristiche del tutto atlantidee (anche
se l' Atlantide non vi è citata) avvenuta subito dopo la crocefissione di
Cristo.
"Nel trentaquattresimo anno, nel primo mese, nel quarto giorno, sorse
un grande uragano, tal che non se ne era mai visto uno simile sulla terra; e vi
fu pure una grande e orribile tempesta, e un orribile tuono che scosse la terra
intera come se stesse per fendersi (...). E molte città grandi e importanti si
inabissarono, altre furono in preda alle fiamme, parecchie furono scosse finché
gli edifici crollarono, e gli abitanti furono uccisi e i luoghi ridotti in
desolazione (...) Così la superficie di tutta la terra fu deformata, e scese
una fitta oscurità su tutto il paese, e per l' oscurità non poterono accendere
alcuna luce, né candele né fiaccole" eccetera, eccetera. I
superstiti, il popolo di Nefi, si erano rifugiati in tempo "nel paese
di Abbondanza", dove avevano costruito templi e città, tra cui quello
di Palenque e una grande fortezza identificata succesivamente con Machu Picchu.
Trentadue anni più tardi un eccentrico studioso francese, l' abate
Charles-Etienne Brasseur, scoprì la "prova definitiva" del
collegamento tra Mediterraneo, Atlantide e Centro America. Le sue teorie furono
immediatamente screditate, ma ispirarono la prima opera veramente popolare
sull'argomento: Atlantis, the Antediluvian World ("Atlantide, il
mondo antidiluviano") dell'americano Ignatius Donnelly (1882). Secondo
Donnelly, Atlantide era il biblico Paradiso Terrestre, e là si erano sviluppate
le prime civiltà. I suoi abitanti si erano sparpagliati in America, Europa e
Asia; i suoi re e le sue regine erano divenuti gli Dèi delle antiche religioni.
Poi, circa tredicimila anni fa, l'intero continente era stato sommerso da un
cataclisma di origine vulcanica. A sostegno della sua tesi, Donnelly adduceva
le analogie culturali descritte sopra, e qualche prova geologica a dire il vero
non troppo convincente. Dall'altra parte dell' oceano Augustus Le Plongeon,
medico francese contemporaneo di Donnelly, che per primo aveva scavato tra le
rovine Maya nello Yucatan, riprese indipendentemente la tematica di The
Antediluvian World in Sacred Mysteries among the Mayas and Quiches
11,500 Years Ago; their Relation to the Sacred Mysteries of Egypt, Greece,
Caldea and India ("Misteri sacri dei Maya e dei Quiché 11500 anni fa;
loro relazione con i Misteri Sacri degli Egizi, dei Greci, dei Caldei e degli
Indiani").
A parte la smisurata lunghezza del titolo, il suo libro ottenne un grande
successo, e contribuì in larga misura alla diffusione al rilancio del mito.
I predatori della
città perduta
Gli studi pseudoscientifici pro e contro Atlantide cominciarono a
succedersi a ritmo vertiginoso. La gran massa degli studiosi concordava nel
situare Atlantide in mezzo all'Atlantico, come suggerisce la sua stessa denominazione;
ma in Francia le cose andarono diversamente. Il botanico D. A. Godron fondò la
"Scuola dell' Atlantide" in Africa nel 1868, collocando la città
perduta nel deserto del Sahara. Godron e il suo seguace Berlioux si rifacevano
all'opera Biblioteca Storica del greco Diodoro Siculo (90-20 a.C.), il
quale aveva affermato che "un tempo, nelle parti occidentali della
Libia, ai confini del mondo abitato, viveva una razza governata dalle donne
(...) La regina di queste donne guerriere chiamate Amazzoni, Myrina, radunò un
esercito di trentamila fanti e tremila cavalieri, penetrò nella terra degli
Atlantoi e conquistò la città di Kerne".
Niente, dunque, a che vedere con la tradizione platonica; tuttavia i francesi
possedevano molte colonie in Nord Africa, e una possibile collocazione di
Atlantide in quel territorio solleticava, evidentemente, il loro nazionalismo.
Si spiegano così le numerose spedizioni susseguitesi alla ricerca della città
perduta nel massiccio dell'Ahaggar.
Altre Atlantidi sono state collocate in luoghi spesso ancor più fantasiosi: in
Inghilterra al largo delle coste della Cornovaglia ove sarebbe sprofondata la
mitica città di Lyonesse, in Brasile, Nord America, Ceylon, Mongolia, Sud
Africa, Malta, Palestina, Prussia Orientale, Creta, Santorini.
Quest'ultima collocazione, sostenuta dall'archeologo greco Spiridon Marinatos,
insieme con l'irlandese J. V. Luce, e descritta nel volume The End of
Atlantis: New light on an Old Legend ("La fine di Atlantide"),
accontenta parecchi studiosi tradizionali. La civiltà di Akrotiri, nell'isola
greca di Santorini, fu effettivamente distrutta nel 1400 a.C. da un'eruzione
vulcanica. Per un espediente narrativo, Platone l'avrebbe trasportata al di là
delle colonne d'Ercole, l'avrebbe ingrandita a livello di continente e avrebbe
ambientato l'episodio in un epoca assai precedente.
Secondo l'italiano Flavio Barbero, Atlantide si sarebbe trovata in Antartide.
In tempi remoti il clima di quel territorio era temperato, e una civiltà vi ci
si sarebbe potuta tranquillamente sviluppare; poi le glaciazioni l'avrebbero
completamente distrutta (l'ipotesi é esposta nel volume Una civiltà sotto il
ghiacci, 1974). Un altra recente teoria identifica Atlantide con Tartesso,
prosperosa città-stato di origine fenicia costruita su un'isola alle foci del
Guadalquivir. Nel quinto secolo a. C. la città venne completamente distrutta,
probabilmente da un attacco cartaginese, lasciando sicuramente dietro di sé la
leggenda di una grande civiltà scomparsa all' improvviso. Intorno al 1920 l archeologo
tedesco Adolf Schulten ne identificò la posizione: sarebbe sorta nei pressi di
Cadice, l' antica Gades, e, in effetti, Platone parla nel suo racconto di un re
chiamato Gadiro. Tartesso presenta qualche analogia con la città descritta dal
filosofo greco: era irrigata da canali, era fertile e ricca di minerali, e
sopratutto andò distrutta in brevissimo tempo.
Sempre a Cadice è ambientata una singolare truffa. Nel 1973 la sensitiva Maxine
Asher riuscì a convincere il rettorato dell'università di Pepperdine
(California) a finanziare una spedizione sottomarina in Spagna, dove forti
vibrazioni psichiche le avevano segnalato la presenza di una città sommersa.
Parecchi studenti e professori sborsarono dai duemila ai duemilaquattrocento
dollari, e la Asher partì effettivamente per Cadice, da dove diramò un falso
comunicato stampa che confermava il ritrovamento. Ricercata dalle autorità
spagnole - si era eclissata con il denaro raccolto - fu arrestata in Irlanda,
mentre stava organizzando un'identica messinscena.
Se anche voi intendete partire alla ricerca di Atlantide, prendete contatto con
l'Atlantis Research Group (F.G.Lanham Federal Building, 819 Taylor
Street, Box 17364, Ft. Worth, TX 76102-0364, USA): i suoi affiliati vi sapranno
dare preziose indicazioni.
L'Atlantide
esoterica
Verso la fine del secolo scorso, lo studioso inglese Philip L.
Slater ipotizzò l'esistenza di un sub-continente sommerso (da lui battezzato
"Lemuria") che avrebbe potuto unire l'Africa all'Asia in un'epoca
remotissima. Non c'è da stupirsi se, nel romantico clima ottocentesco,
l'ipotesi dell' esistenza di un nuovo continente scomparso incontrò
subito grande successo. Nel 1888 Helena Blavatsky, fondatrice di un
gruppo esoterico chiamato "Società Teosofica", confermò
entusiasticamente la teoria, che lei già conosceva per averla letta
(insieme alla "vera" storia della fine di Atlantide) nelle misteriose
"Stanze di Dzyan", un antico libro scritto in una lingua sconosciuta
che racchiudeva la storia dimenticata dell'uomo. Secondo la Blavatsky, ad
Atlantide e a Lemuria abitava la terza di sei razze che avrebbero popolato
la terra in tempi remoti; i suoi rappresentanti erano poco meno che Dèi,
dotati di straordinarie conoscenze esoteriche poi tramandatesi solo entro
una ristrettissima cerchia di iniziati. La Teosofia popolarizzò così
una nuova concezione di Atlantide: il continente divenne d'improvviso l'inizio
del sapere e della civiltà (Gerardo D'Amato, 1924); addirittura la
fonte primigenia della civilizzazione . Alcuni "Grandi iniziati"
sopravvissuti alla sua distruzione - tra cui il Mago Merlino dei miti di Re
Artù - avrebbero trasmesso ai loro discendenti segrete conoscenze
esoteriche; come gli alieni per i fautori dell'"ipotesi extraterrestre", essi sarebbero i responsabili
di molte delle costruzioni, oggetti e fenomeni inesplicabili di cui si occupa
questa "Enciclopedia".
Nel 1935 il medium americano Edgar Cayce affermò in stato di trance
che Atlantide era stata distrutta a causa del cattivo uso di oscure forze
da parte di malvagi sacerdoti, e predisse che alcune parti del continente
perduto sarebbero riemerse entro pochi anni a Bimini, al largo della costa
della Florida. In effetti, proprio in questa località e proprio alla
data prevista, nel 1969, l'archeologo subacqueo Manson Valentine rinvenne
alcune costruzioni sommerse (le tracce di una larga strada e un tempio) la
cui origine è tutt'ora in discussione. Secondo l'"ipotesi
extraterrestre", Atlantide e Mu sarebbero invece state basi di alieni,
distruttesi a causa di un cattivo uso dell'energia nucleare.
Il cataclisma
Ammessa (e non concessa) l'esistenza di Atlantide, quando potrebbe
essere avvenuta la sua distruzione e cosa potrebbe averla determinata? Sul
primo punto ("Quando"), gli Atlantidisti sono abbastanza concordi:
intorno a 10.000 anni fa, più o meno nel periodo descritto da Platone. Otto
Muck, autore de I Segreti di Atlantide, ha ricostruito con complessi
calcoli basati sul calendario Maya addirittura il giorno esatto della
catastrofe: il 5 giugno dell 8498 a.C.. Per quanto riguarda le cause, le
ipotesi sono molteplici: dall'eruzione vulcanica, a una guerra nucleare, alla
caduta di un asteroide o di una seconda luna che, in tempi remoti, avrebbe
orbitato intorno al nostro pianeta.
Un cataclisma di tale portata potrebbe arrecare conseguenze di vari ordini. La
scomparsa di un continente modificherebbe innnanzitutto le correnti oceaniche,
mutando in modo radicale le situazioni climatiche , creando nuove glaciazioni e
nuove zone desertiche. L'onda d'urto e la susseguente marea distruggerebbero
gran parte delle città portuali e molte città dell'interno; l'immensa e
rapidissima compressione causata dall'impatto con un gigantesco asteroide provocherebbe
una radioattività pari a quella di numerose bombe H. La polvere sollevata da
una simile esplosione oscurerebbe il sole per anni, provocando terrori
ancestrali (e, tra l'altro, ulteriori conseguenze sul clima e i raccolti). Se
Atlantide fosse stata davvero la dominatrice di altre civiltà, inoltre, la sua
scomparsa avrebbe suscitato lotte e sconvolgimenti.
Insomma, se Atlantide fosse stata distrutta in un giorno e una notte, come
Platone asserisce, la Terra avrebbe conosciuto necessariamente un'era di
barbarie, e una nuova civilizzazione non avrebbe potuto evolversi prima di
cinque-seimila anni. Il tempo sufficiente per cancellare e trasformare in
leggenda ogni traccia di un remoto passato.
Prove e controprove
A parte alcune intuizioni del racconto di Platone (per esempio
quella di un vero continente al di là dell'oceano ) rivelatesi poi veritiere,
quali fatti concreti supportano l'esistenza storica di Atlantide? Le uniche
prove a favore su cui possiamo basarci sono di carattere puramente indiziario.
Esistono, per esempio, manufatti non inquadrabili in modo canonico come
prodotti di civiltà note. C'è, soprattutto, una vasta tradizione a proposito di
una grande catastrofe avvenuta in tempi remoti; lo spaventoso diluvio
universale da cui solo pochi eletti si salvarono per volere divino. Se le prove
pro-Atlantide sono poco convincenti, altrettanto lo sono quelle contro. A ogni
ipotesi scientifica atta a dimostrare la possibile realtà della tradizione
platonica ne corrisponde un'altra che dimostra esattamente il contrario; a meno
di non esser un esperto in tutti i campi dello scibile, èimpossibile per un
profano stabilire chi ha ragione.
Cronologia
Atlantidea
Comparando le varie teorie sull'origine e la distruzione di
Atlantide è possibile tracciarne un' immaginaria cronologia. Prima di ogni
paragrafo troverete citata tra parentesi la dottrina a cui la cronologia si
riferisce; noterete l' abbondanza di riferimenti alla Teosofia, il movimento
fondato da Madame Blavatsky; sugli interventi di visitatori alieni troverete
altre notizie alla voce "ipotesi extraterrestre".
Tra 4.500.000 e 900.000 anni fa: l'Homo sapiens nasce ad
Atlantide.(Teosofia)."A 7 gradi di latitudine Nord e a 5 gradi di
Longitudine Ovest, nella località ove ora si trova la costa Ashanti, compaiono
gli Atlantidei, primi rappresentanti della Quinta Razza Madre"
(W. Scott Eliott, The Story of Atlantis & Lost Lemuria, 1896). Si
sono evoluti lentamente a partire dalle razze Lemuriane; hanno perso il loro
colore azzurro e sono diventati prima rossi, poi viola e infine del nostro
attuale colore rosato. I primi Atlantidei si chiamano Rmohal ; sono
dotati di poteri ESP e di una struttura sociale piuttosto grossolana; daranno
origine all'Uomo cosiddetto "di Cro Magnon" che genererà la razza Lappone
e Australiana. Nel giro di due milioni di anni i Rmohal emigrano
verso un vastissimo territorio: Atlantide; non si tratta dell'"isola
Più grande della Libia e dell'Asia messe insieme" descritta da
Atlantide, ma di un supercontinente che comprende le due Americhe, Irlanda,
Scozia, parte dell'Inghilterra e, dal Brasile, raggiunge la Costa d'Oro. Dopo
aver sconfitto gli ultimi superstiti della catastrofe Lemuriana che vi si erano
insediati, gli Atlantidei si differenziano in vari ceppi, tra cui i popoli che
i moderni antropologi hanno battezzato Tlavatli (Cinesi e Aztechi, "Violenti,
indisciplinati, brutali e crudeli" ), Toltechi e Turanici (i
futuri Caldei, "Sotto parecchi aspetti, gente poco simpatica" ).
900.000 anni fa: la fondazione di Tiahuanaco. (Dottrina del Ghiaccio
Cosmico) . La terza delle varie lune che - secondo la "Dottrina
del Ghiaccio Cosmico" del visionario pseudo-scienziato tedesco Hans
Horbiger - avrebbero ruotato in tempi remoti intorno alla Terra per poi
precipitare disastrosamente sulla sua superficie, si avvicina alla Terra,
facendo salire il livello delle acque. Gli uomini e i giganti, loro re, salgono
quindi sulle cime più alte, e fondano la civiltà marittima mondiale di
Atlantide. Presso il lago Titicaca, nell'attuale Bolivia, i giganti edificano
il complesso di Tiahuanaco; la loro forza colossale permette loro di realizzare
un' opera impossibile per i comuni esseri umani. (Hans Horbiger, Glazial
Kosmologie, 1913).
"Dai lineamenti dei volti dei giganti giunge ai nostri occhi e al
nostro cuore un'espressione di sovrana bontà e di sovrana saggezza; un'armonia
di tutto l'essere spira dal colosso, le cui mani ed il cui corpo, nobilmente
stilizzati, posano in un equilibrio che ha un valore morale"
(Anthony Bellamy, Moons, Myths and Man, 1931).
I Toltechi, la Seconda Sottorazza atlantidea, con i loro due metri e mezzo di
altezza non sono da meno dei Giganti; ad Atlantide edificano un immenso
complesso, "La città delle porte d'oro", che sorge"presso la
costa orientale, a circa quindici gradi a nord dell'Equatore, sulle pendici di
una collina alta circa centocinquanta metri sulla pianura; sulla sommità della
collina erano il palazzo e i giardini dell'imperatore, in mezzo ai quali
sgorgava un getto d'acqua che forniva il palazzo e le fontane e quindi scendeva
in quattro direzioni, e poi perveniva, per mezzo di cascate, a un canale
circolare che circondava il giardino". (Arthur E. Powell, The Solar
System, 1923)
Secondo l'esploratore Percy Fawcett i Toltechi, che possedevano un potere per invertire
la forza attrattiva della gravità in una forza repulsiva, cosicchè il
sollevamento di grosse pietre a grandi altezze era cosa facilissima, avevano
fondato anche Tiahuanaco (700.000 anni fa) e una città chiamata Zeta, perduta
nella giungla amazonica del Mato Grosso.
Il Tolteco diventa la lingua ufficiale del vastissimo impero atlantideo (circa
sessanta milioni di abitanti, sui due miliardi che popolano la Terra); la
tecnologia raggiunge un alto sviluppo. "Per spostarsi, usavano delle
aeronavi con una capacità da due a otto posti costruite dapprima in legno, e
poi con una lega metallica leggera, che brillava al buio come se fosse stata
dipinta con una vernice luminosa. Durante le battaglie le astronavi spargevano
gas tossici. Nei primi tempi erano mosse dal Vril, la Forza
personale; quindi esso fu sostituito con un'energia generata con un
procedimento sconosciuto che agiva con l'intermediario di una macchina. Per far
salire l'astronave - che poteva raggiungere le cento miglia all'ora - si
proiettava la forza in basso, attraverso le aperture dei tubi sul retro
dell'apparecchio" (Arthur E. Powell, Op.Cit.)
600.000 anni fa: la prima distruzione di Atlantide (Teosofia e altri). Dopo
centomila anni dalla fondazione, la "Città dalle porte d'oro"
degenera. I seguaci della Magia Nera, tra cui l'Imperatore, diventano sempre
più numerosi; "la brutalità e la ferocia aumentano, e la natura animale
si avvicina alla sua espressione più degradata". (W. Scott Eliott, Op.
Cit. ).
Un primo, grande cataclisma, forse scatenato dallo sconsiderato uso dei poteri
occulti, colpisce Atlantide; la "Città dalle porte d'Oro" viene
distrutta, l' Imperatore Nero e la sua dinastia periscono. L'attuale continente
americano si separa dal resto dell'Atlantide; la Gran Bretagna si unisce in una
grande isola con la Scandinavia e la Francia Settentrionale. L'avvertimento
viene preso a cuore, e per un lungo periodo la stregoneria è meno diffusa.
150.000 anni fa: seconda distruzione di Atlantide (Dottrina del Ghiaccio
Cosmico). Anche per la "Dottrina del Ghiaccio Cosmico" è tempo di
grandi catastrofi; la terza Luna si abbatte sulla Terra causando la sua
distruzione di Atlantide, "e gli uomini primitivi la identificano con
il Diavolo".
Le acque "si abbassano bruscamente per il calo della forza di
gravità" (?) e le grandi città Atlantidee rimangono isolate
sulle vette di inaccessibili montagne. I giganti che governavano da milioni di
anni perdono il loro popolo: gli uomini ritornano allo stato primitivo. (A.
Bellamy, Op. Cit. ).
Tra 150.000 e 75.000 anni fa: civiltà corrotta (Teosofia). Sull'Isola di
Ruta, ad Atlantide, viene ricostruita la "Città delle Porte d'oro";
vi prospera una civiltà potente ma troppo sontuosa. Gli imperatori si
abbandonano alle pratiche di magia nera, e solo una piccola minoranza di Maghi
bianchi cerca di tenere a freno i malvagi occultisti. Lo stregone Oduarpa,
associato al "Culto di Pan", fonda "La Grotta Nera" in
opposizione alla "Grotta Bianca" iniziatica; orribili esperimenti di
biogenetica creano un esercito di mostri, ibridi a metà tra l'uomo e gli
animali. Ma, nelle profondità dell'Himalaya, i saggi di Agharti vigilano...
75.025 a.C.: terza distruzione di Atlantide (Teosofia). Il "Re del
Mondo" Vaivaswata muove contro gli Atlantidei corrotti con un grande
esercito, a bordo delle astronavi chiamate Vimana; i mostri di Pan e Oduarpa
vengono sconfitti; le potentissime armi del "Re Del Mondo"
distruggono quasi totalmente il continente corrotto. Daitiya è completamente
sommersa; di Ruta si salva solo una piccola parte, Poseidonia, ovvero
l'Atlantide descritta da Platone. Non è escluso che queste antichissime guerre
celesti siano in qualche modo legate a quanto accadde (accadrà?) intorno al
2000 a.C. a Mohenjo-Daro.
10.000 a.C.: la distruzione finale (Ipotesi Extraterrestre). Gli
spaziali giunti dal pianeta Suerta, atterrati in tempi remoti in qualche angolo
del Brasile e considerati divinità dalla tribù degli Ugha-Mongulala, decidono
nell anno 10.048 a.C. di abbandonare la Terra. "Stava per incominciare
un'epoca terribile, dopo che le splendenti navi dorate dei primi signori si
furono spente nel cielo, come stelle..." . E, in effetti,
qualcosa di terribile accade davvero: "Che cosa avvenne sulla Terra?
Chi la fece tremare tutta? Chi fece danzare le stelle? Chi fece scaturire
l'acqua dalle rocce? Il freddo era atroce, e un vento gelido spazzava la Terra.
Scoppiò una calura terribile, e al suo alito gli uomini bruciavono. E uomini e
animali fuggivano, in preda al panico. Tentavano di arrampicarsi sugli alberi,
e gli alberi li scaraventavano lontano. Quello che era in basso si capovolse e
si ritrovò in alto. Quello che era in alto precipitò sprofondando negli
abissi..." . (Karl Brugger, Akakor, 1976).
L'immensa quantità di ghiaccio accumulatasi sull'Artide durante l'ultima
glaciazione scivola nell'Oceano scatenando un maremoto gigantesco, divenuto
nella tradizione il Diluvio Universale. La tecnologia dei Nefilim
(un altra stirpe di spaziali che si è insediata in Mesopotamia) ha previsto la
catastrofe; l'ordine è di abbandonare la Terra e i suoi abitanti al loro
destino. Ma, contravvenendo alle disposizioni, i Nefilim
(evidentemente più umanitari dei colleghi spaziali venuti da Suerta) ospitano
alcuni esemplari dei terrestri della stirpe di Ziusudra (Noè) nelle loro arche
; questi ultimi ripopoleranno il pianeta. Conclusa la missione, i Nefilim
lasciano la Terra (Zakarias Setchin, The 12th Planet)
La trappola sistemata da un gruppo di spaziali inseguiti da un'armata nemica
finalmente scatta: i cattivi distruggono il "Quinto pianeta" (un
corpo celeste in orbita tra Marte e Giove) che si disintegra formando la
cintura degli asteroidi; poi ritornano alla loro galassia. La distruzione del
quinto pianeta crea notevoli scompensi gravitazionali in tutto il sistema
solare. L'asse terrestre si sposta di alcuni gradi, provocando lo scioglimento
dei ghiacci polari e l' inondazione nota come Diluvio Universale. Gli spaziali
esiliati sulla terra si salvano nelle loro gallerie; quando ne escono vengono
considerati Dèi dagli sparuti gruppi di superstiti. Operazioni di biogenetica
compiute sui terrestri affrettano la loro evoluzione (è la Genesi biblica); ma "gli
Dèi erano irascibili e impazienti; erano rapidi a punire e a spazzar via i
ribelli o coloro che non si adattavano alle loro leggi biologiche",
cosicché gli uomini cominciarono a temerli e a costruire, con titanici sforzi,
rifugi per evitare la loro ira (le varie cattedrali sotterranee e le opere
fortificate la cui funzione non è ancora stata identificata dagli archeologi)
(Erich Von Daeniken, Opere varie).
(Platone, Teosofia). Poseidonia, l'Atlantide descritta da Platone -
ultimo relitto del gigantesco impero teosofico - è ormai completamente
corrotta. In un giorno e una notte, nell'anno 9564 a.C. gli Dèi la sprofondano
nell'Oceano con tutti i suoi abitanti. La catastrofe si ripercuote a livello
mondiale; le opere edificate dai Greci - dominatori del Mediterraneo grazie
alla recente vittoria - sono completamente spazzate via dagli elementi; il Mare
del Gobi si solleva e diventa l'attuale deserto; uguale sorte tocca alla
pianura del Sahara.
(Otto Muck). Un gigantesco meteorite proveniente dalla Zona degli
Asteroidi si abbatte nell'Atlantico, generando una mostruosa onda di marea che
distrugge la civiltà di Atlantide. È il 5 giugno del 8498 a.C. (Otto Muck, I
Segreti di Atlantide, 1976).
(Dottrina del Ghiaccio Cosmico). Dopo essere rimasta priva di satelliti
per 138.000 anni, la Terra attira la sua quarta Luna, quella attuale. Il
fenomeno cosmico scatena una gigantesca marea che, in una sola notte, distrugge
ormai-sapete-cosa. I possenti giganti scompaiono; nasce la ben più modesta
civiltà giudeo-cristiana (Hans Horbiger, Op. Cit. ).
10.000 a.C.: Il ritorno degli Atlantidei (The Cosmic Doctrine). Alcuni
Grandi Iniziati Atlantidei, tra cui il Mago Merlino, sopravvissuto alla distruzione
della città di Lyonesse (un insediamento realmente sprofondato al largo
della Cornovaglia, e da molti ritenuto una delle città di Atlantide),
fondano il centro magico di Avalon, ove ripristinano gli antichi culti esoterici
del Continente Perduto, scegliendosi dei discepoli come Artù che portino avanti la Tradizione. Gli Atlantidei
si mescolano con i Celti, e si diffondono per tutta l'Europa, ove elevano
meagaliti a simboleggiare il culto del Sole (Dion
Fortune, Avalon of the Heart, 1936).